Le regole federali consentono un cambiamento di nome alle società entro la data del 15 luglio. Così recita infatti l’articolo 17, comma 2, delle Noif (Norme organizzative interne della Figc): «Il mutamento di denominazione sociale delle società può essere autorizzato, sentito il parere della Lega competente o del settore per l’attività giovanile e scolastica, dal presidente della Figc su istanza da inoltrare entro il 15 luglio di ciascun anno». L’iter da seguire appare piuttosto complesso: lunedì 9 luglio ci sarà l’atto davanti al notaio per le procedure relative al passaggio di proprietà, mentre all’istanza da inviare in federazione, secondo il regolamento, dovranno essere allegati in copia autentica, anche il verbale dell’assemblea che ha deliberato il mutamento di denominazione, l’atto costitutivo, lo statuto sociale e l’elenco nominativo dei componenti l’organo o gli organi direttivi. È facile però immaginare come per l’Ascoli Picchio il destino sia segnato. Se non potrà essere adesso, fra poco tempo l’attuale denominazione, scelta all’indomani del fallimento della vecchia società, quando non era possibile mantenere quella precedente, andrà in soffitta. E con essa il marchio, così poco amato dalla tifoseria bianconera: lo stemma attuale, ideato da Marisa Bellini, fu presentato il 31 maggio 2014 e racchiude in sé anche il simbolo del Picchio utilizzato dall’ex patron in altre aziende di famiglia. Gran parte dei tifosi desidera tornare agli antichi fasti e rispolverare così il vecchio simbolo del club di corso Vittorio.

Sezione: News / Data: Gio 05 luglio 2018 alle 16:00 / Fonte: Corriere Adriatico
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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